G. Berto - Il male oscuro

Giuseppe Berto - Il male oscuro 

Giuseppe Berto era nato in Veneto, non qui. Di Capo Vaticano si innamorò però al punto di trascorrerci gran parte delle sua vita, nella casa aggrappata alla scogliera dove in estate vive ancora la moglie, la "ragazzetta" de "Il male oscuro". Di Berto si sente ancora il respiro, in quel parco.


Acquistato il terreno contraendo un debito e bonificata la sterpaglia, Berto fece di questa casa il suo rifugio per gran parte dell'anno: "l'isola degli aranci sta dall'altra parte celeste e gialla e un poco verde nella sua breve lontananza, e in mezzo c'è un piccolo tratto di mare proprio piccolo ma non ho il coraggio di passarlo (...) e così verso sera cerco un posto da dove si possa guardare la Sicilia, di notte l'altra costa è una lunghissima distesa di lampadine con segnali rossi e bianchi (...) ecco qui mi costruirò con le mie mani un rifugio di pietre e penso che in conclusione questo potrebbe andar bene come luogo della mia vita e della mia morte" (Il male t.).

La forza della natura, in questo sperone alto sul mare, si avverte in tutta la sua potenza, indomabile: come quel dolore interiore, come il senso di inadeguatezza, la colpa, la disperazione, che generarono il suo romanzo più famoso, scritto con un linguaggio fluviale, che se ne infischia della punteggiatura: un torrenziale flusso di coscienza. 

Ma " Il male oscuro" è anche un romanzo divertente, con momenti di vero umorismo che lo rendono indimenticabile. Al punto che un grande maestro della commedia come Mario Monicelli nel 1990 volle farne un film.

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